Page 42 - MediAppalti, Anno XIV - N. 3
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Mediappalti Il Punto
1. Il ruolo della compliance vantaggio, la prova dell’estraneità dell’ente è di
difficile dimostrazione.
Il D.Lgs. 231/2001– che disciplina la responsabilità
amministrativa degli enti forniti di personalità Sul punto viene però in soccorso l’art. 6 del
giuridica – ha introdotto nel nostro ordinamento una D.Lgs. 231/2001 ai sensi del quale se il reato è
responsabilità di tipo penale in capo alle persone stato commesso dalle persone indicate nell’art. 5,
giuridiche qualora un fatto illecito, penalmente comma 1, lettera a) l’ente non risponde se prova
rilevante e previsto in un elenco dettagliato tra l’altro che
presente nello stesso D.Lgs. 231/2001 (cd. reati «a) l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente
presupposto), sia commesso da un soggetto attuato, prima della commissione del fatto,
incardinato nella società (amministratori, dirigenti, modelli di organizzazione e di gestione
dipendenti, collaboratori) e dalla cui consumazione idonei a prevenire reati della specie di quello
sia derivato un interesse o un vantaggio per il verificatosi;
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medesimo ente (cfr. art. 5 del D.Lgs. 231/2001 ). b) il compito di vigilare sul funzionamento
e l’osservanza dei modelli di curare il loro
Alla responsabilità penale della persona fisica aggiornamento è stato affidato a un organismo
che materialmente consuma il reato si aggiunge, dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e
quindi, anche una responsabilità amministrativa, di controllo;
in capo all’organizzazione aziendale, conseguente c) le persone hanno commesso il reato eludendo
ad una “colpa di organizzazione” o “colpa fraudolentemente i modelli di organizzazione e di
organizzativa”, ascrivibile all’ente proprio per il gestione;
reato commesso da un soggetto apicale o da un d) non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza
soggetto sottoposto. da parte dell’organismo di cui alla lettera b)».
L’elenco dei reati per i quali si configura una Particolare importanza assume quindi per l’ente
responsabilità amministrativa degli enti e si l’aver adottato ed efficacemente attuato un
applicano le previsioni del D.Lgs. 231/2001 negli modello organizzativo ex D.Lgs. 231/2001 (cd.
anni è stato oggetto di modifiche in termini Modello 231) il quale costituisce lo strumento
ampliativi. Tenuto conto delle diverse esigenze di fondamentale da sottoporre alla valutazione del
prevenzione da reati venute a determinarsi nel giudice per giungere all’esenzione di responsabilità
tempo, successivamente all’entrata in vigore del amministrativa delle persone giuridiche, poiché
D.Lgs. 231/2001, il novero dei reati presupposto è la sua ideazione, applicazione ed efficace
stato infatti largamente esteso. attuazione rappresenta la prova della sussistenza
Riprendendo l’art. 5 del D.Lgs. 231/2001, è previsto
che l’ente non risponde del reato se le persone ivi
indicate al comma 1 hanno agito nell’interesse
esclusivo proprio o di terzi. Pertanto, nel caso di Il D.Lgs. 36/2023, come i suoi
commissione di uno di questi reati, l’ente dovrà predecessori, non pone un obbligo
dimostrare di non aver avuto alcun vantaggio dal a carico degli operatori economici
fatto criminoso, comunque non direttamente. di dotarsi di un Modello 231 pur
incentivando la funzione della
Tale prova è evidentemente complicata da fornire,
poiché se un soggetto agisce per un proprio compliance aziendale
tornaconto personale e l’ente ne trae comunque
1. Art. 5 D.Lgs. 231/2001 «1. L’ente è responsabile per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio:
a) da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell’ente o di una
sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché da persone che esercitano,
anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso;
b) da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui alla lettera a).
2. L’ente non risponde se le persone indicate nel comma 1 hanno agito nell’interesse esclusivo proprio o
di terzi».
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