Page 70 - MediAppalti, Anno XIV - N. 8
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Mediappalti In Pillole
Questa decisione ha rilevanti implicazioni per 108 del D.lgs. 36/2023, contribuendo a
la giurisprudenza degli appalti pubblici in Italia, garantire che le stazioni appaltanti non superino
poiché riafferma che i criteri di valutazione i limiti della discrezionalità nella scelta dei criteri
devono essere: di aggiudicazione, tutelando così il corretto
svolgimento delle gare pubbliche.
• oggettivi e giustificabili in relazione
all’oggetto dell’appalto; Il ricorso accolto dal TAR conferma l’importanza
• proporzionati rispetto agli obiettivi del di adottare criteri di valutazione che, pur
contratto; rispettando la discrezionalità amministrativa,
• trasparenti e in grado di garantire una siano sempre proporzionati, trasparenti e
concorrenza effettiva. finalizzati alla realizzazione del miglior contratto
possibile per la collettività.
La sentenza evidenzia la necessità di
evitare criteri di aggiudicazione che possano
indebitamente favorire determinati operatori,
specialmente se tali criteri non sono giustificati
da una relazione diretta con la qualità dell’offerta
o con gli obiettivi pubblici dell’appalto.
La sentenza n. 2888/2024 del TAR Milano
rappresenta un importante punto di riferimento
per l’evoluzione della giurisprudenza in materia
di appalti pubblici, poiché ribadisce il ruolo
fondamentale della concorrenza nel garantire
l’equità e l’efficienza nei processi di affidamento.
L’articolo 108 del D.lgs. 36/2023 deve essere
applicato in modo rigoroso, evitando che i
criteri di valutazione possano compromettere la
parità di trattamento tra gli operatori e favorire
ingiustamente alcune imprese a discapito di
altre.
Questa decisione invita anche le stazioni
appaltanti a una maggiore attenzione nella
formulazione dei criteri di aggiudicazione,
affinché siano sempre adeguatamente giustificati
e congruenti con le finalità dell’appalto.
Inoltre, potrebbe suggerire una riconsiderazione
dei criteri di valutazione in altri settori degli
appalti pubblici, in cui fattori apparentemente
innocui, come la distanza o la localizzazione
geografica, possano nascondere distorsioni
della concorrenza.
In conclusione, la sentenza del TAR Milano
costituisce una vittoria per i principi di
trasparenza, concorrenza e equità nelle
gare pubbliche e stabilisce un precedente
significativo per l’interpretazione dell’articolo
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