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“Quando sono tornato in Parlamento, per una legislatura, nella Seconda Repubblica, feci un’interrogazione a risposta scritta alla Commissione Bilancio. Il Presidente chiamò subito il Governo. Il Viceministro all’Economia venne e lesse la risposta. Il Presidente si rivolse a me e mi disse ‘Onorevole Pomicino e soddisfatto?’. Ed io dissi ‘veramente non ho capito niente’. Il Presidente si rivolse al Viceministro chiedendo di spiegare ‘con parole sue in maniera tale da far capire all’Onorevole Pomicino la risposta’. Il Viceministro con grande onestà intellettuale disse ‘Presidente anche io che ho letto la risposta non ho capito niente”. L’aneddoto lo ha raccontato l’On. Cirino Pomicino nella puntata del 31 marzo di Tagadà, trasmissione di La7 condotta da Tiziana Panella. Si discuteva della scarsa chiarezza della riforma del canone RAI. Ma il dibattito può allargarsi all’intera attività legislativa. “Purtroppo da venti anni a questa parte – ha detto Pomicino – c’è una sciatteria legislativa”. Poco più di un anno fa avevamo affrontato l’argomento nell’editoriale del numero di febbraio 2015 di Mediappalti intitolato “Semplificazione”. Da anni se ne parla. E’ in nome di questa parola che si scrivono e riscrivono Leggi, Codici e Regolamenti. E’ rileggendo le dichiarazioni di Cantone e Delrio sul tema “Nuovo Codice Appalti” che  la questione torna in mente. Il proposito con il nuovo codice era di snellire. Per Raffaele Cantone è così. “Anche se è lungo – ha detto – il nuovo codice rimane molto agile rispetto al passato”. Ma è lungo, per ammissione dello stesso Presidente dell’ANAC. Il nuovo codice conta 219 articoli contro i 257 del  vecchio ma per la sua attuazione servono 9 Linee Guida e 36 Decreti. La dieta non ha funzionato.

Ma c’è un altro aspetto che fa temere che la semplificazione sia un traguardo rimandato. Entro il 18 aprile il nuovo impianto legislativo deve essere approvato per rispettare i termini disposti dall’Unione Europea che chiedeva l’adeguamento della norma italiana a quella comunitaria. Ma il testo che si andrà ad approvare potrebbe non essere definitivo. “Se ci saranno problemi, siamo pronti ad ascoltare e a cambiare, risolvere insieme e modificare”. A parlare è il Ministro dei Trasporti e Infrastrutture Graziano Delrio. Un atto di disponibilità o di debolezza? Un’ammissione di fallimento? Perché alla vigilia dell’approvazione di un lavoro durato oltre un anno confessare (tra le righe) che c’è qualcosa che potrebbe non funzionare? Se si offre la possibilità di accogliere suggerimenti si rischia di vanificare il lavoro fatto. Tutti avranno modifiche da proporre.

Quando siete certi del vostro lavoro, non arretrate. Non mostrate possibili aperture. Difendente il vostro operato. Se avete operato onestamente, con professionalità e competenza per raggiungere un risultato, non temete. Funzionerà. C’è sempre qualcuno che proverà a farvi tornare sui vostri passi. Non lo fate. Niccolò Machiavelli affermava che “non v’è nulla di più difficile da realizzare, né di più incerto esito, né più pericoloso da gestire, che iniziare un nuovo ordine di cose.  Perché il riformatore ha nemici tra tutti quelli che traggono profitto dal vecchio ordine e solo tiepidi difensori in tutti quelli che dovrebbero trarre profitti dal nuovo”. Chiederanno delle modifiche al vostro lavoro. Se siete certi della sua bontà e degli effetti positivi che saranno prodotti, non ascoltateli. La questione è proprio questa: essere certi della validità del lavoro. “E’ un buon codice ma ha bisogno di correzioni” ha detto Cantone che ha chiesto al Parlamento “una norma transitoria che lasci in vigore il vecchio regolamento per non più di uno-due mesi”. Intanto dovranno essere definite le linee guida. Per rendere più chiara la norma, per evitare incomprensioni, per evitare “la sciatteria legislativa” di cui parlava Pomicino.

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.