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Accade anche che le istituzioni centrali chiedano alla periferia di avanzare richieste perchè ci potrebbero essere fondi con le quali finanziarle.  La lettera che il Premier ha indirizzato ai suoi ex colleghi sindaci ha qualcosa che, crediamo, sia una novità o almeno una rarità. Il Governo chiede ai comuni di individuare opere pubbliche da finanziare. “Individuate una caserma bloccata, un immobile abbandonato, un cantiere fermo, un procedimento amministrativo da accelerare”, scrive Matteo Renzi, promettendo che le segnalazioni saranno inserite in una sorta di wish list. Il Governo vuole “sbloccare i procedimenti e i cantieri che sono fermi da anni, per ritardi o inconcludenze di settori diversi della Pubblica Amministrazione”. I promossi saranno inseriti nel decreto “Sblocca Italia”. Un miliardo di euro per far ripartire opere avviate e abbandonate, cantieri inaugurati e mai aperti. La lista è lunga e corre lungo tutto lo stivale, un percorso tra opere incompiute che all’Italia costa circa 60 miliardi di euro l’anno. Su La Stampa del 23 giugno sono riportati i risultati di uno studio della Bocconi che, intitolato “Osservatorio sui costi del non fare”, svela che “tra il 2012 e il 2027 la mancata realizzazione di alcune opere strategiche ci costerá in termini di mancata creazione di ricchezza la bellezza di 893 miliardi di euro”. Il “non fare” ha costi che il paese non può permettersi e, sbloccare situazioni di stallo per opere pubbliche con evidenti benefici per la collettività è un’operazione in linea con il lavoro degli economisti della Bocconi. Immaginiamo che la casella di posta elettronica matteo@governo.it abbia trillato in continuazione fino a metà giugno, presa d’assalto dagli 8057 sindaci italiani che chiedevano interventi per il proprio comune. Solo i primi cittadini “distratti” si saranno fatti sfuggire l’occasione per far sentire la propria voce.

Il criterio che il Governo applicherà nella scelta delle opere da sbloccare lo ha chiarito sulle pagine della stessa La Stampa Maurizio Lupi, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Devono essere caratterizzate dall’assoluta certezza della cantierabilità, dal fatto che siano opere strategiche per il territorio nelle quali saranno realizzate e che siano state bloccate per carenza di risorse e problemi nell’iter burocratico. Cosa vorremmo aspettarci come cittadini da questa operazione? Che le scelte siano libere e realmente basate su valutazioni tecniche e di benefici per la collettività. Insomma che non prevalgano quegli “strani poteri” italiani emersi ancora una volta con il fragore dirompente di un tuono che ultimamente ha preso il nome di Expo 2015 e Mose. L’allarme corruzione lanciato dalla Corte dei Conti non è incoraggiante: “La corruzione può attecchire dovunque: nessun organismo e nessuna istituzione possono ritenersene indenni e nessuna istituzione che abbia competenze pubbliche può ritenersi scevra di responsabilità di fronte al suo dilagare”, ha detto il procuratore aggiunto della Corte dei Conti Salvatore Nottola. “Sarà certamente la nostra sfida – ha affermato Lupi intervistato da Roberto Giovannini -: da una parte semplificazione, dall’altra certezza dei controlli e della repressione”.

Il decreto “Sblocca Italia” sarà pronto prima di agosto. Intanto l’Italia che non si è sbloccata è quella deludente del calcio vista in Brasile. Peccato.

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.