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Dicembre, mese cruciale per gli appalti pubblici che potrebbero vedere riscritte le regole per l’assegnazione delle gare. Le novità  arriverebbero dall’Europa. Il Parlamento Europeo è in attesa di ricevere dalla Commissione proposte di riforma per la tutela delle piccole e medie imprese. In discussione ci sono i criteri con i quali le Pubbliche Amministrazioni dovranno individuare il soggetto al quale affidare l’appalto. L’offerta economicamente più vantaggiosa dovrebbe lasciare spazio a nuovi indici di valutazione. Se dovessero entrare nel novero dei principi di scelta fattori come innovazione e ambiente saremmo davanti ad un nuovo modo di pensare agli effetti dell’appalto pubblico. L’Europa allargherebbe la visione ad una prospettiva più ampia, arrivando a comprendere nelle scelte il quadro complessivo della società moderna che chiede di uscire dalla crisi economica e di tutelare l’habitat naturale.

È il senso stesso di “economicamente più vantaggioso” ad essere riscritto. Perché nella realtà dei nostri tempi è economicamente vantaggioso innescare processi virtuosi che possano tirarci fuori dalla crisi ed è economicamente vantaggioso non arrecare danni ad un ambiente che già chiede un’enorme sforzo risarcitorio a chi per molto tempo ne ha abusato.

L’innovazione. Quante volte l’Italia è stata rimproverata perché investe poco nella ricerca e nell’innovazione tecnologica?

Basta davvero poco per ottenere conferme. Una breve ricerca e si approda sulla pagina web de “La Stampa”. Titolo: Svizzera 80 milioni di euro per l’innovazione. Nell’articolo, Luca Spinelli, scrive che tale investimento è dovuto al fatto che per gli svizzeri l’innovazione è “una delle principali risorse che garantiscono a lungo termine la buona salute dell’economia”. Se lo dicono loro che sono al primo posto della classifica dei Paesi con il maggiore tasso di innovazione, c’è da crederci. L’Italia nella lista del “Global Innovation Index” elaborata dalla Business School Insead è solo al trentacinquesimo posto.

L’Europa chiede alle imprese di innovare. Un invito alla ricerca, a guardare avanti con gli occhi di chi intende lavorare innalzando il livello dei benefici complessivi: dell’impresa che potrebbe vedersi assegnare l’appalto pubblico, di tutti noi che usufruiremmo di opere realizzate con quote crescenti di qualità e decrescenti di disagi. Viene in mente il servizio proposto qualche tempo fa da Passaggio a Nord Ovest di Alberto Angela. Nuove attrezzature in grado di far passare tubazioni e condutture di diverse portate sotto il manto stradale senza doverlo martoriare con le ruspe. Senza disagio per il traffico e senza rattoppi a fine lavoro perché il tutto era eseguito con un sistema di trivellazioni. Un esempio concreto di lavori eseguiti secondo criteri innovativi.

Sulla questione ambiente c’è poco da dire. La strada è tracciata tempo. Basterebbe percorrerla. Il Libro Verde sugli Appalti Pubblici, primo esempio a livello europeo di attenzione all’impatto ambientale delle opere pubbliche, risale al 1996.

Innovazione e miglior impatto ambientale, per il Parlamento Europeo dovrebbero dare la possibilità alle PMI di accedere più facilmente all’appalto pubblico. A livello nazionale lo stesso obiettivo sembra lo si voglia perseguire introducendo nel Decreto Sviluppo la lottizzazione degli appalti. Frazionando un’opera o una fornitura di servizi, si ritiene, sarà più semplice per la PMI partecipare alla gara e aggiudicarsela, investendo le proprie risorse in un ambito specifico di questa, aprendo opportunità di concorrenza nei confronti delle Grandi Imprese.

In questo numero di Mediappalti la rilevanza europea in tema di appalti pubblici è trattata in due articoli di Liliana Simeone. Si parlerà proprio delle proposte di cambiamento delle regole di gara e degli ulteriori criteri ambientali minimi per l’attuazione degli appalti verdi.

Questo e altro, Buona Lettura.

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.