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C’era un viaggio, la notte, un pullman, il buio fuori dal finestrino. C’erano le luci lontane di paesini senza nome e c’era mia sorella che non voleva addormentarsi, affascinata dal tremolio di quelle illuminazioni sospese nel nero. “Mamma, guarda, quanti presepi!”, esclamava euforica.

E’ vero, sembrano far parte di un grande presepe quei piccoli centri di montagna illuminati nell’oscurità. L’illuminazione pubblica ha cambiato il panorama notturno. Ha cambiato anche il modo di vivere la notte. L’estate ci porterà a passare più ore per strada, di sera, fino a notte tarda. Possiamo goderci il fresco della notte, magari alla fine di un’afosa giornata di giugno, perché l’illuminazione pubblica è arrivata dappertutto portando visibilità e sicurezza. Il 26 agosto prossimo entreranno in vigore i criteri ambientali minimi (CAM), stabiliti dal Decreto Ministeriale del 28 marzo scorso con il quale si pongono i paletti che le amministrazioni pubbliche devono rispettare per contenere l’impatto ambientale degli impianti di illuminazione pubblica.

I primi passi da compiere prima di procedere alla messa in opera di un nuovo impianto o della riqualificazione di impianti già esistenti sono: una verifica dello stato di salute degli stessi ed una stima del fabbisogno reale di illuminazione. Impianti obsoleti o inefficienti non sono in grado di produrre l’illuminazione adeguata, disperdono energia, producono sprechi. Un’attenta analisi della reale necessità di luce di cui le nostre strade, le nostre piazze, i nostri parchi, hanno bisogno è un ulteriore contributo orientato a limitare gli sprechi di energia elettrica.

Limitare l’impatto ambientale è la parola d’ordine. Viviamo su un pianeta che ci ha dato molto e dal quale abbiamo preteso ancora di più. Non possiamo continuare. Gli sprechi che il legislatore vuole limitare attraverso il Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della Pubblica Amministrazione che sta alla base dei CAM sono essenzialmente di tipo ecologico. Ma i benefici sarebbero anche economici. Una rete efficiente ed una giusta illuminazione permettono alle PPAA di contenere i costi dell’illuminazione. Di risparmiare. E magari di investire in altre opere pubbliche.

Gli obiettivi proposti con i CAM possono essere centrati se affidati a veri professionisti dell’illuminazione. Sono richieste competenze tecniche per scegliere, dimensionare, progettare gli impianti ed i singoli apparecchi al fine della riduzione degli impatti ambientali.

Quando si tratta di intervenire, oltre che nella riqualificazione energetica, nella riqualificazione urbanistica devono essere “premiati” professionisti qualificati, con le competenze necessarie per definire la resa cromatica della luce, il colore, l’abbagliamento, l’estetica e la funzionalità degli impianti. “Architetti della luce”, che siano in grado non solo di illuminare ma di valorizzare una strada, un monumento, un giardino. Negli ultimi anni abbiamo imparato che una buona illuminazione può dare nuova “luce” all’oggetto illuminato. Ci sono monumenti che di notte acquistano un fascino inedito. Merito di chi ha progettato disposizione e intensità di fasci di luci, lampade, faretti. Di chi è riuscito ad esaltare un’architettura che nel buio sarebbe stata solo una piatta superfice oscura.

Una buona illuminazione è un’illuminazione che rende un luogo sicuro e vivibile di notte, in linea con l’estetica dei luoghi ma senza eccessi. Il decreto, come già detto, chiede alle amministrazioni di quantificare il reale fabbisogno di luce. In Italia, probabilmente, si è ecceduto. Abbiamo sovrailluminato le nostre città. Abbiamo alimentato quell’inquinamento luminoso che non ci permette di godere della bellezza della notte. Che non ci permette di vedere la Via Lattea. Tra i paesi del G20, l’Italia e la Corea del Sud sono i più inquinati dalla luce. Anche questo aspetto dovrà essere preso in considerazione nella valutazione dell’impatto ambientale dell’illuminazione pubblica.

 “Verrà un tempo in cui la luce interiore uscirà da noi, in modo che non avremo più bisogno di altra luce”, diceva Johann Wolfgang von Goethe. In attesa di quei tempi dobbiamo affidarci alla proposta economicamente più vantaggiosa.

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.