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L’uso riservato in concessione deve rispondere meglio all’interesse pubblico alla conservazione e gestione del demanio rispetto all’uso generalizzato, e che l’amministrazione competente deve effettuare la necessaria comparazione avendo come unico riferimento queste due contrapposte modalità di godimento del bene. In caso di domande concorrenti di utilizzo riservato del bene demaniale in forza di concessione l’amministrazione è tenuta a dare prevalenza alla proposta di gestione privata del bene che «offra maggiori garanzie di proficua utilizzazione della concessione» e «risponda ad un più rilevante interesse pubblico» e dunque quando il bene si palesa come bene economicamente contendibile, il relativo affidamento deve avvenire mediante procedura comparativa ad evidenza pubblica. Invece, come più volte affermato dalla giurisprudenza, i servizi di natura commerciale svolti in aera demaniale che trovano origine in un rapporto derivato fra il concessionario e il terzo, cui l’amministrazione concedente sia rimasta estranea e che risultino privi di collegamento con l’atto autoritativo concessorio, che ne costituisce un mero presupposto, si ritiene che non soggiacciano alle regole del procedimento ad evidenza pubblica, ma si risolvano in contratti di diritto privato (Cfr. Consiglio di Stato, sezione V, 24/04/2017 n. 1892)

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Questo articolo è stato scritto da...

Avv. Maria Teresa Colamorea
Avvocato esperto in materia di appalti pubblici
Dott.ssa Liliana Simeone
Consulente in materia di appalti pubblici
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