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( votes)Nei prossimi mesi potremmo assistere ad un drastico ridimensionamento dei servizi che gli enti pubblici saranno in grado di offrire ai territori di riferimento. Sarebbe l’effetto della manovra di 36miliardi di euro contenuta nel disegno di stabilità presentato dal Governo. Si prevedono tagli a regioni e comuni che necessariamente dovranno recuperare parte delle mancate entrate aumentando le tasse locali e riducendo servizi come trasporti, servizi sociali, mense scolastiche. A discapito della qualità della vita. A discapito dei livelli occupazionali di chi opera nei settori dei servizi pubblici e delle forniture di beni. Se da una parte si incentivano le riaperture dei cantieri e si dà impulso a nuovi appalti pubblici nel ramo dei lavori, sul fronte dei servizi si rischia di fare molti passi indietro.
Riprendendo un concetto già proposto in queste pagine (Mediappalti Anno III Numero 12) quello che manca alla programmazione politica e di governo è la lungimiranza delle decisioni. Servono iniziative a lungo termine. Che riscuotono meno popolarità nel momento in cui vengono disposte ma che riceveranno molti più consensi quando ne produrranno i frutti.
Iniziative come il bonus alle neomamme, ad esempio, potrebbero non essere le migliori se valutate in una prospettiva più ampia. I 202 milioni di euro che saranno movimentati sarebbero potuti essere investiti per migliorare e potenziare i servizi pubblici che gli enti locali gestiscono a favore delle famiglie come le già citate mense scolastiche o gli asili nido pubblici. Ne è convinto Tito Boeri, giornalista di Internazionale, che sulla rubrica “Il numero” ricorda come in altri paesi “la genitorialità è stata sostenuta con un mix di interventi” che non prevedevano nessuno stanziamento di somme dirette alle famiglie ma che le agevolavano con sgravi fiscali, congedi genitoriali e soprattutto con l’investimento in asili nido pubblici. In servizi al cittadino dunque. “In Germania – scrive Boeri -, sulla scia di Francia, Danimarca e altri paesi europei, è stata approvata una legge che assicura un posto al nido pubblico per ogni nuovo nato. In Italia – continua Boeri – solo il 17 per cento dei più piccoli frequenta il nido, mentre molte ricerche dimostrano che l’accesso ai nidi pubblici (di qualità e con costi accessibili) può fare bene anche ai bambini, alla loro socializzazione e alla loro capacità di apprendimento”.
Mettere a rischio la sopravvivenza di servizi pubblici potrebbe tradursi in una riduzione di posti di lavoro nelle aziende fornitrici e in un aumento del disagio delle famiglie. I servizi andrebbero invece potenziati, qualificati, sottoposti a controlli di qualità.
Una qualità ambita dall’’ANAC che mira alla promozione di un allargamento delle opportunità di partecipazione alle gare con il nuovo “Bando-tipo per l’affidamento di contratti pubblici di servizi e forniture”. Un documento in via di elaborazione e sul quale la stessa Autorità ha predisposto una consultazione online entro il 20 novembre. “Lo scopo del bando-tipo è quello di regolare gli aspetti comuni alle molteplici e diversificate tipologie di appalto presenti nel settore, così da omogenizzare i comportamenti delle stazioni appaltanti e semplificare l’attività di predisposizione della documentazione di gara, con benefici attesi in termini di maggiore partecipazione alle gare e riduzione del contenzioso”.
Maggiore partecipazione alle gare, sperando che le gare ci siano e che gli Enti Locali non siano costretti a finire “fuori sevizio”.