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( votes)PARERE N. 229 DEL 16 Dicembre 2015
PREC 216/15/S
Sulla ragionevolezza e proporzionalità del requisito relativo all’iscrizione alla CCIA da almeno tre anni
“… «la giurisprudenza riconosce alla stazione appaltante un apprezzabile margine di discrezionalità nel richiedere requisiti di capacità economica, finanziaria e tecnica ulteriori e più stringenti rispetto a quelli stabiliti dalla legge, con il limite del rispetto dei principi di proporzionalità e ragionevolezza (Cons. Stato, Sez. VI, 23 luglio 2008, n. 3665; Sez. V, 2 febbraio 2009, n. 525. Si veda, tra gli altri, parere di precontenzioso A.C.V.P. n. 76/2011) … CONSIDERATO, altresì, che – come ulteriormente chiarito dalla giurisprudenza amministrativa – «la previsione di clausole quali quella che impone il requisito di iscrizione alla CCIA da almeno tre anni (…) non integra violazione dell’art. 46 comma 1 bis d.lgs 163/06 che pure impone il principio di tassatività delle clausole di esclusione, non potendosi elidere in toto la discrezionalità della PA di individuare requisiti di partecipazione alla gara, diversi dai requisiti di ordine generale, con il limite della ragionevolezza e proporzionalità e purché la previsione di tali requisiti non esplichi effetti lesivi della concorrenza. Orbene, la clausola impugnata (…) non si palesa sproporzionata o illogica o irrazionale, poiché attiene al requisito soggettivo di idoneità professionale, ed è piuttosto preordinata a selezionare soggetti che operino da un congruo lasso di tempo nel settore oggetto dell’appalto, al fine di individuare concorrenti che assicurino una certa affidabilità e pregressa esperienza nello svolgimento del servizio; sotto tale profilo, pertanto, la clausola si palesa legittima, né può ritenersi che la stessa introduca un ingiustificato ed irrazionale limite alla partecipazione alle gare, essendo piuttosto preordinata ad assicurare all’A.C. un’adeguata esperienza e capacità professionale in capo ai soggetti concorrenti, ed attenendo essa pertanto al requisito soggettivo di idoneità professionale che è proprio dell’impresa e che, in quanto tale, non può essere ceduto e/o acquisito attraverso l’avvalimento e/o la cessione di azienda, in quanto riferito all’impresa nella sua soggettività» (TAR Puglia, Lecce, sez. III, 10/3/2015 n. 828).”