Questo articolo è valutato
( votes)Il terzo numero di Mediappalti è on line ad un mese esatto dall’entrata in vigore del Regolamento di attuazione del Codice dei Contratti Pubblici, annunciato come una svolta epocale per la gestione degli appalti pubblici.
Si intensificano gli appuntamenti convegnistici che Mediaconsult dedica al Regolamento e anche tra le pagine della nostra rivista i contributi sono strutturati in modo da non perdere contatto con l’argomento.
È il caso dell’articolo dell’avvocato Arcangela Lacerenza che tratta “Le procedure di acquisto di beni e servizi in economia” rapportate alla disciplina del Regolamento attuativo del D.p.r. n. 207 del 2010. “Importanti e significative” sono gli aggettivi utilizzati per descrivere le novità introdotte nelle procedure di acquisto in economia. Lacerenza ne verifica gli ambiti di applicazione, i limiti, gli obblighi che le PPAA devono assolvere per poter ricorrere agli affidamenti in economia di forniture e servizi quali strumenti alternativi alle procedure ordinarie.
Se il Regolamento Attuativo del Nuovo Codice dei Contratti Pubblici occupa una posizione di rilievo, nella nostra proposta editoriale non mancano approfondimenti su temi differenti.
Con l’avvocato Giangiuseppe Baj l’attenzione si sposta sulla revoca degli atti di gara e sulle conseguenze in tema di responsabilità per le PPAA.
Il contributo di Baj muove dal concetto di interesse pubblico, elemento che giustifica l’attività delle PPAA, ricordando che trattasi di un principio non definitivamente stabile, potendo cessare o modificarsi nel tempo. Tra disposizione del bando ed esecuzione dello stesso, se l’interesse pubblico dovesse venir meno, la PA può intervenire revocando gli effetti della gara. L’argomento è trattato esplorando l’articolo 21 quinques delle L. 241/1990. Un’analisi della casistica che può bloccare l’iter di aggiudicazione dell’appalto pubblico percorrendo l’intera timeline della procedura dalla revoca del bando appena emanato fino alla revoca dell’aggiudicazione definitiva. In riferimento a quest’ultima ipotesi Baj esamina i casi in cui la stazione appaltante incorre nell’obbligo di indennizzo o risarcimento nei confronti dell’operatore economico.
L’avvocato Francesca Petullà si sofferma sul D.Lgs n. 231 del 2001 delineando i confini di applicazione nei confronti di S.p.a. costituite per svolgere attività trasferite da Enti Pubblici Territoriali.
L’interrogativo è se queste Società debbano essere considerate alla stregua di strutture a natura pubblicistica o secondo la disciplina applicata alle società private. Da una parte preme l’aspetto relativo all’origine di società create ad hoc dagli enti per gestire segmenti particolari di attività che perseguono l’interesse pubblico come la raccolta dei rifiuti, dall’altra la formula statutaria che si allinea ad una vera e propria società che svolgendo attività economica persegue il fine dell’utile, finalità esclusa dagli enti pubblici, appunto, non economici.
A sollevare la questione proposta da Petullà un fatto pratico: il ricorso per Cassazione avanzato da un Pubblico Ministero avverso la decisione del Tribunale di applicare ad una S.p.a. pubblica misure cautelari in regime di diritto privato.
Il quarto numero di Mediappalti sarà disponibile l’8 giugno in coincidenza dell’entrata in vigore del Regolamento di attuazione del Codice dei Contratti Pubblici. Una coincidenza di date che vorremmo celebrare proponendo ai nostri lettori di inviarci impressioni, dubbi, riflessioni su questa innovazione procedurale.
L’invito è di scriverci, come già fate. L’impegno è di trovare ulteriori spazi per cercare insieme risposte e chiarimenti.
In attesa dei vostri interventi, l’augurio di una buona lettura.