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Un ponte in fase di manutenzione che crolla e provoca due vittime. E’ accaduto il 9 marzo scorso sull’autostrada A14, nei pressi di Camerano, nelle Marche. Nessuno si era accorto che la struttura stava cedendo. Nessuno aveva saputo leggere i segnali che quell’opera stava lanciando. Eppure qualche indizio lo deve aver concesso. Qualche scricchiolio. Qualche leggero movimento. Avvisaglie che i sensi umani non hanno saputo cogliere. Che gli operai e i responsabili del cantiere non hanno potuto decodificare. Cantieri dello stesso genere sono appaltati in tutta Italia. Sinistri come quelli di Camerano o di Annone in provincia di Lucca, dei viadotti Petrulla e Scorciavacche in Sicilia, sono difficili da accettare. Le responsabilità di simili incidenti vanno cercate in chi non è stato in grado di progettare e realizzare un’opera perfetta, per incompetenza, negligenza o peggio perché sono stati utilizzati materiali scadenti. Dinanzi a simili opzioni c’è da chiedersi se le stazioni appaltanti siano davvero in grado di verificare l’efficienza dell’opera commissionata. Se invece non debbano essere attivate procedure diverse. Se non debbano essere utilizzati strumenti diversi.

Il 24 marzo un’impresa genovese è salita sul podio dell’euRoboticsTech Transfer Award 2017 di Edimburgo, il più importante evento europeo di robotica. Produce un robot riabilitativo ortopedico già utilizzato da 300 pazienti negli ospedali liguri e toscani. Microchip e sensori. La robotica potrebbe essere la risposta. La risposta alla necessità di un monitoraggio accurato dello stato di salute delle opere. Se ogni manufatto venisse dotato di sensori collegati ad un centro di raccolta ed elaborazione dati sarebbe possibile gestire una manutenzione costante delle opere, sarebbe possibile prevenire qualsiasi rischio. Uno scenario del genere non è una visione del futuro, ma la descrizione del presente. La ricerca in questo ambito è già in uno stato avanzato. “L’utilizzo di tecnologie ottiche per il monitoraggio strutturale di opere civili è attualmente in fase di notevole espansione. Questo tipo di monitoraggio può essere eseguito anche in fase di realizzazione dell’opera, garantendo una sicurezza e un controllo maggiore dei lavori. A costruzione completata, consente di individuare precocemente il degrado strutturale rispetto agli attuali metodi di controllo, riducendo i costi onerosi di manutenzione”, scrivono Griffoni e Someda del GHT Photonics di Padova e Crotti e Manzoni del Politecnico di Milano.   

I robot saranno sempre più diffusi nelle attività lavorative. Da decenni lavorano lungo le catene di montaggio. Ora si preparano ad essere “assunti” anche per lavori outdoor. In agricoltura è stato presentato il trattore intelligente, che si muove con guida a distanza o con un percorso predefinito. Lo si comanda attraverso un tablet. Questo genere di innovazione avrà importanti implicazioni in termini di sicurezza. I lavori potenzialmente più pericolosi potrebbero essere gestiti attraverso i robot. Questo trattore che dovrebbe essere commercializzato dal 2020 è dotato delle stesse tecnologie montate sulle automobili senza conducente che si stanno testando negli Stati Uniti. Sull’esempio di questi mezzi “intelligenti” si stanno mettendo a punto macchinari per la cantieristica.

Robot e droni. Questi supporti al lavoro dell’uomo cambieranno il mondo dei cantieri. Si stanno mettendo a punto droni in grado di spostare grandi pesi che potrebbero essere impiegati nei cantieri, mentre i droni più comuni, quelli che abitualmente vengono utilizzati per le riprese video potrebbero già essere un ottimo ausilio nell’ambito delle operazioni di manutenzione di strutture e infrastrutture di grandi dimensioni. Con un drone potrebbe essere monitorato lo stato di salute di un ponte o di una diga. Con un drone si potrebbero verificare le origini di un malfunzionamento della linea elettrica. Quando i manutentori arriveranno fin lassù sapranno già il tipo di intervento da eseguire.

Robot e droni semplificheranno le nostre attività produttive. E’ ciò che avviene da sempre con la tecnologia. Ogni innovazione è ispirata al miglioramento della vita. Dalla ruota in poi. E’ sempre questa la ragione che muove l’ingegno, la creatività, lo spirito pioneristico dell’uomo.

Questo genere di tecnologie, non ce ne accorgiamo, ma stanno entrando nelle nostre vite. Da qualche giorno si aggira per casa un piccolo disco nero. Percorre l’appartamento aspirando la polvere. Ci aiuta a tenere pulita la casa. Ci permette, mentre lui è in attività, di dedicarci ad altri lavori. E’ solo un piccolo esempio di robotica domestica. Uno dei più diffusi. Mappa l’appartamento e lo percorre fino a quando non ha rimosso lo sporco. Le nuove tecnologie rendono le nostre abitazioni sempre più efficienti. Abbiamo già la possibilità di controllare gli elettrodomestici con un’applicazione sul cellulare o sul tablet. Magari i prezzi di questi dispositivi non sono ancora accessibili a tutti, ma lo diventeranno. Potrebbero non volerci molti anni. Provate a pensare alla vita prima della metà degli anni ’90, prima che comparissero i cellulari. Quella vita sembra lontana secoli. E invece era ieri. Potrebbero bastare pochi anni prima che sfilando accanto ai cantieri stradali possiamo vedere robot e droni all’opera. Gordon Moore, cofondatore di Intel ha enunciato che la tecnologia ha uno sviluppo esponenziale: raddoppia ogni 3 anni. E’ quanto sta accadendo. Ci sono buone probabilità di poter arrivare, puntuali, all’appuntamento con il futuro che Alex Proyas ha fissato al 2035 nel suo “Io, Robot”. Il film del 2004 è ambientato in una Chicago nella quale il robot è diventato un comune articolo domestico. Il futuro sarà fatto di algoritmi sempre più sofisticati, di una vita più sicura, di lavori meno pericolosi, di opere più efficienti e di una loro manutenzione più accurata. Di algoritmi che avrebbero potuto calcolare che a Camerano, quel ponte, stava per cedere. 

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.