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Sul dispositivo in dotazione all’ingegnere che coordina l’ufficio tecnico compare un alert: tra venti giorni il cavalcaferrovia di via Rossi presenterà i primi segni di un deperimento strutturale. Sensori sempre più sofisticati, e in grado di simulare la realtà attraverso modelli scientifici, sono in grado di calcolare come le infrastrutture si usurano, sottoposte al quotidiano utilizzo, e alla costante esposizione agli agenti naturali (pioggia, vento, freddo e caldo estremi). Il messaggio indica che è necessario intervenire in un modo che dettaglia minuziosamente, riportando cause e soluzioni, interventi da eseguire, tempistiche e materiali da adoperare. La commissione lavori pubblici si riunisce e comincia a predisporre una gara d’appalto. Interroga un database che raccoglie le anagrafiche di tutte le imprese che potrebbero essere in grado di eseguire i lavori secondo le indicazioni suggerite dal sistema, a una base d’asta che lo stesso sistema ha quantificato in tot euro. Si chiede immediata disponibilità all’esecuzione. Cinque impese presentano la loro offerta. La commissione ha la disponibilità, in formato digitale, di tutte le informazioni che riguardano i potenziali esecutori dei lavori. I dati vengono incrociati secondo algoritmi che fanno emergere tutti gli aspetti (costi e benefici) di ogni singola scelta.

Quello che stiamo descrivendo è un possibile scenario che potrebbe materializzarsi in breve tempo. In parte già previsto dal nuovo Codice degli Appalti che, nella Parte Seconda, è interamente dedicato alla trasformazione digitale delle procedure e dei documenti delle gare.

Le tecnologie digitali stanno vivendo un’accelerazione drastica che in pochi anni potrebbe sovvertire il nostro modo di vivere e di prendere decisioni. Sia chiaro quest’ultimo passaggio “prendere decisioni”. La digitalizzazione dei dati, il cloud, l’intelligenza artificiale sono tecnologie che ci permetteranno di avere a disposizione quantità enormi di dati in tempi sempre più rapidi al fine di facilitare le scelte. L’ipotetica commissione lavori pubblici di cui stiamo narrando le vicende ha sul tavolo tutte le informazioni di cui abbisogna per poter decidere. Non sarà la macchina a farlo. Il più grande equivoco in cui possiamo incorrere è il timore che le macchine faranno scelte al posto nostro. Lo ribadisce il premio Nobel Giorgio Parisi quando afferma che “la scienza ha il compito di aiutare l’umanità a passare per una strada irta di pericoli e deve indicare le varie opzioni. Ma la decisione, poi, spetta alla politica”.

Il ciclo dell’appalto procede. Si individua l’impresa, si affidano i lavori. Sullo smartphone di tutti i residenti compare un messaggio: il cavalcaferrovia di via Rossi sarà chiuso da questo a quel giorno, si consigliano i seguenti percorsi alternativi. Sugli schermi informativi posti lungo le strade, in entrata, verso la città, le stesse informazioni a favore dei non residenti. Un sistema interconnesso tra data base di vario genere programmato per ottimizzare la gestione della vita urbana permetterà di minimizzare i disagi ai cittadini.

Proprio la gestione dei dati sembra essere la sfida più importante da superare per le pubbliche amministrazioni. Digitalizzare non significa dotare gli uffici di terminali e di procedure informatizzate. La vera digitalizzazione del sistema si avrà quando la mole dei dati a cui le amministrazioni hanno accesso saranno rese disponibili in banche dati immesse in archivi elettronici. L’intelligenza artificiale, infatti, funziona solo se ha a disposizione i dati sui quali basare le proprie risposte. Ma ci sono altri passaggi propedeutici alla realizzazione di una completa digitalizzazione: efficientare la rete internet che deve poter viaggiare a velocità sempre più performanti per gestire la quantità sempre più grande di dati; l’utilizzo di tali risorse in cloud capaci di contenere enormi archivi e dotati di livelli di sicurezza impeccabili contro gli attacchi informatici.

La politica si sta attivando. Il 10 ottobre scorso in Senato, si è riunita la Commissione Ambiente e Lavori pubblici per un’indagine conoscitiva sull’utilizzo delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale nella pianificazione, nella costruzione e nel monitoraggio delle infrastrutture stradali, autostradali, ferroviarie, portuali e aeroportuali e logistiche.  

L’intelligenza artificiale è un acceleratore di decisioni. È in questo modo che dobbiamo imparare a utilizzarla. È la capacità di vagliare un numero enorme di opzioni, riducendole a poche possibilità utili al nostro scopo. Un’alleata con la quale gestire e programmare gli interventi delle pubbliche amministrazioni nel delicato e complesso ambito della progettazione e manutenzione delle infrastrutture e dei servizi. È a nostra completa disposizione e dobbiamo prenderne dimestichezza. “Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi, ma mai nessuna di esse potrà porne uno”, affermò Albert Einstein. Spetta a noi il compito e la capacità di porre all’intelligenza artificiale le domande giuste per migliorare il nostro avvenire.

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.