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( votes)Siamo certi del luogo dove siamo nati. Non sappiamo dove vivremo. E dove invecchieremo. Dove andremo a finire? In che città? Ci si muove dalle città più povere a quelle più ricche, dove c’è lavoro. Si prediligono quei posti dove la vita è migliore, dove i servizi sono efficienti, dove si dà importanza all’ambiente e alla mobilità. Dovessimo dover scegliere, potremmo affidarci a Ecosistema Urbano. La classifica delle città vivibili di Legambiente e Ambiente Italia, giunta alla ventiquattresima edizione, suggerisce di trasferirci a Mantova. Una raccolta differenziata che funziona, un’estesa rete di piste ciclabili, un’ampia area di zone pedonalizzate, una vasta quantità di alberi. Sono le quattro carte vincenti della città lombarda. Quattro aspetti nei quali le Pubbliche Amministrazioni devono sapere investire, appaltando lavori e servizi che promuovo occupazione e benessere.
Sfogliando le esperienze delle città capoluogo di provincia, che Ecosistema Urbano mette sotto esame, si notano gli annosi problemi che certe città non riescono ad affrontare e risolvere, ma ci sono anche le storie positive di chi è sempre tra i primi posti e di chi ha fatto importanti passi in avanti. “Agli amministratori vorremmo soprattutto dire: copiatevi”, scrive Rossella Muroni su Il Sole 24 Ore. “Le esperienze positive maturate in questi anni nelle città italiane – aggiunge Muroni – sono replicabili e sopratutto funzionano. Non c’è nulla di male nel copiare, basta saperlo fare”.
Gli Amministratori sono invitati ad essere umili e curiosi. A saper riconoscere i limiti della propria politica urbana e ad indagare sul cosa è stato fatto altrove. Rendere la propria città un posto di alta classifica nelle buone pratiche valutate da Legambiente significa prendersi cura della salute dei propri cittadini e avviare una promozione del territorio che lo renda turisticamente appetibile. Si ha la possibilità di elevare il prestigio di una città e di darne nuove opportunità di ricchezza economica. Serve che al vertice di ogni amministrazione ci siano donne e uomini che amino la propria città, che siano forti nel tramandarne le tradizioni, visionari nell’immaginarne il futuro, lungimiranti nelle scelte, coraggiosi nello sfidare critiche e oppositori, ambiziosi nel trovare nell’innovazione lo strumento per portare gli splendori del passato in un futuro che chiede di essere già presente. L’innovazione è la scelta strategica vincente. Nella raccolta dei rifiuti, nella gestione dell’acqua e dell’energia. Chi ha già investito in questo senso occupa le prime posizioni tra le città più vivibili.
A volte può capitare di cambiare città pur restando nello stesso posto. E’ una città cambiata una che sale dal 73esimo al 31esimo posto. Lo sarà Milano protagonista di questo balzo di 42 posizioni. Un buon piazzamento o una scalata vertiginosa come quella di Milano possono essere merito delle amministrazioni locali. Ma queste non vanno lasciate sole con i loro meriti e le loro medaglie. Devono essere sostenute. “Dalle amministrazioni locali si deve certamente pretendere molto più coraggio – scrive sul quotidiano di Confindustria Alberto Fiorillo – molta più discontinuità e capacità di innovazione, ma nello stesso tempo è tutto il Paese che deve fare un investimento politico ed economico e mettere tra le priorità di governo un piano per traghettare le città, tutte insieme e non una alla volta, al di là delle secche”.
Sappiamo dove siamo stati. Sappiamo dove siamo oggi. Forse sappiamo dove saremo domani. Ma previsioni più lunghe nel tempo sono cosparse di incertezza. Di nuove strade. Nuove città. Il sottoscritto non sta cambiando città, ma dopo sei anni di servizio in qualità di direttore responsabile di questa rivista, sta passando il testimone. Ringrazio l’editore per la bella esperienza concessami. Ringrazio i collaboratori. I lettori.
Auguro a tutti, me compreso, un futuro in città (anche solo metaforiche) sempre migliori.