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Portati avanti con i compiti. Non aspettare l’ultimo momento. E’ il consiglio che le nostre madri ci hanno sempre dato per evitare di trovarci in affanno. Era il ponte di chissà quale festività. Forse erano le ferie natalizie. Avevamo giorni e giorni per poter fare quei compiti, ma il consiglio era di farli il più presto possibile. Perché va a finire che ti ritrovi il giorno prima del rientro piegato su libri e quaderni a studiare fino a notte tarda. E rischi di tornare a scuola impreparato dopo intere giornate a disposizione per studiare. All’interrogazione arranchi perché hai studiato tutto in una volta e male, per la fretta. E se ti va bene eviti l’insufficienza. Portati avanti con i compiti. Non aspettare l’ultimo momento. E’ lo stesso consiglio che probabilmente si saranno sentiti dire, tante volte, dalle loro madri, chi dovrebbe gestire l’organizzazione del G7 di maggio a Taormina. La data si avvicina inesorabilmente ma fino a questo momento nulla è stato ancora fatto per avviare quei lavori di cui il meraviglioso centro siciliano necessita per ospitare i “grandi” del mondo. Sei mesi fa l’annuncio, come afferma il sindaco Eligio Giardina. Poi il silenzio. Sono note le opere che dovrebbero essere compiute, ma non si interviene. E così i mesi passano. Si arriva a dicembre, il 29 dicembre, e il Consiglio dei Ministri approva un decreto. E’ già troppo tardi. Non c’è tempo per seguire le normali procedure per l’assegnazione dei lavori. E infatti il decreto va in deroga alle disposizioni del nuovo Codice degli Appalti e dispone che si proceda mediante ricorso alla procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara. Procedura che secondo il nuovo codice va applicata “in caso di necessità ed urgenza”. Come, aspettate che il tempo passi, vi riducete all’ultimo momento e poi invocate la necessità e l’urgenza?

La vicenda non piace al Presidente dell’Anac Raffaele Cantone, non piace al Presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna, non piace al Presidente dell’Ance Gabriele Buia, non piace al sindaco di Taormina. Non piace a nessuno.

Non piace perché come afferma Zanna è “incomprensibile e di una gravità inaudita fare delle deroghe sulle gare d’appalto in un’area così sensibile a corruzione e infiltrazioni mafiose”. Cantone in un intervento del 20 gennaio scorso ha ribadito come la strada presa non è in linea con lo sforzo compiuto con l’approvazione e l’applicazione del Codice che restringe in maniera consistente l’applicazione di procedure semplificate. Il disappunto di Buia tocca anche l’aspetto emotivo-istituzionale. Cosa suscita negli amministratori più piccoli il comportamento dell’amministrazione di vertice? Confusione, incertezza, irritazione. Costretti a rispettare delle regole che non sono rispettate da chi le ha fatte. E alla fine sentirsi giustificati a procedere allo stesso modo. Si crea un precedente. E l’Italia è gestita sui precedenti. Su quelli virtuosi e su quelli viziosi. “Che esempio si dà, anche alle piccole amministrazioni, se chi governa ha bisogno di una deroga per appaltare i lavori necessari a gestire un evento internazionale?”, dice Buia. “Si fanno le regole per gli altri, e delle eccezioni per sé stessi” affermava Charles Lemesle, politico francese vissuto tra il ‘700 e l’800.

Come scrive Mauro Salerno su ILSOLE24ORE le deroghe non si devono “utilizzare per coprire le carenze di programmazione”. La storia si ripete a breve tempo. Dopo l’Expo di Milano, il G7 di Taormina. Le stesse dinamiche a poca distanza di tempo. Attardarsi con l’avvio dei lavori e poi procedere con i meccanismi della deroga e dell’assegnazione senza bando.

“Il ragazzo è intelligente ma non si applica, potrebbe fare di più, commette sempre gli stessi errori” ci sentiremmo dire ai colloqui con i professori.

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.