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Analisi di pareri e pronunce su questioni attinenti all’attività contrattuale ed in genere all’azione amministrativa delle stazioni appaltanti

Il RUP è tenuto ad ossequiare la  diligenza del funzionario “medio” che implica la conoscenza delle regole della propria attività

(Corte dei Conti, sez. giurisdizionale della regione Sardegna n. 214/2016)


Indice

  1. Premessa
  2. La vicenda
  3. La perseveranza (nell’errore)
  4. Il ruolo del RUP

1. Premessa

 Sempre la sezione giurisdizionale della regione Sardegna – con sentenza n. 214/2016 – è intervenuta  in tema di scorretta aggiudicazione dell’appalto coinvolgendo, nell’addebito del danno procurato, sia il responsabile del servizio sia il RUP nella sua qualità di organo di impulso e di soggetto che ha un compito precipuo nella verifica delle regolarità dei procedimenti.

Nel caso di specie, aspetto anche di rilievo, trattandosi di ente con meno di 5.000 abitanti, la responsabilità di servizio veniva assunta direttamente dall’organo politico (il Sindaco) il quale, come si legge nella decisione “assommava su di sé anche le funzioni gestionali proprie del settore competente”.

2. La vicenda

Semplificando, nel caso di specie l’aggiudicazione definitiva (ai sensi del decreto legislativo 163/2006) veniva espressa a favore di un operatore privo dei requisiti di partecipazione. Circostanza questa, e da qui l’aggravante, anche confermata in ben  tre giudizi amministrativi.

L’imputato, sindaco e responsabile del servizio, secondo l’impianto accusatorio era da ritenersi “responsabile per avere disposto l’approvazione dell’aggiudicazione definitiva, a discapito della ricorrente e a favore di un soggetto privo di idonei requisiti di partecipazione, così contravvenendo alle norme che prescrivevano la specifica condizione di ammissibilità, come riconosciuto dal giudice amministrativo”.

Il danno erariale risultava determinato dal pagamento delle spese di lite sopportate in seguito ai ricorsi presentati dal legittimo potenziale affidatario dell’appalto (per importi, tra spese di giudizio, accessori e spese legali quasi di 20 mila euro). 

3. La perseveranza (nell’errore)

L’aspetto di particolare gravità, evidenziato dalla procura, è stata la perseveranza nel comportamento irrituale del Sindaco/responsabile del servizio perché “nonostante le indicazioni univoche” di tre giudizi del giudice amministrativo, il predetto ha insistito nell’affidamento del servizio alla società priva di requisiti (destinataria, tra l’altro, di affidamenti diretti per tutta la durata del processo e anche oltre), piuttosto che aggiudicare il servizio al soggetto che risultava effettivamente avere la legittima aspettativa “senza dare una giustificazione plausibile di questa scelta gestionale in termini di ragionevolezza, adeguatezza, efficienza o altro criterio che abbia guidato l’amministratore”.

4. Il ruolo del RUP

Come anticipato in premessa, e quanto ha estremo rilievo pratico/operativo, la sezione condanna anche il responsabile unico del procedimento (al pagamento del 40% del danno erariale addebitato) in quanto, allo stesso, “in forza dell’incarico rivestito e degli obblighi allo stesso riconducibili, spettavano tutte le attività istruttorie necessarie per una corretta trattazione e definizione della gara (art. 10 del D. L.vo 163 del 2006 e art. 6 della L. 241 del 1990)”.

Nella pronuncia il RUP viene definito una “figura centrale della procedura” ed “il funzionario, in violazione del fondamentale compito di impulso e di tutela, ha concorso all’emanazione delle illegittime decisioni (sottoscrivendo le determinazioni di aggiudicazione definitiva dell’appalto), così avallando i lavori della Commissione aggiudicatrice, di cui aveva egli stesso fatto parte”. Circostanza anche contestata da parte della potenziale affidataria.

In particolare, i comportamenti del responsabile del procedimento sono stati ritenuti “illeciti perché costituiscono grave inosservanza di principi fondamentali dell’azione amministrativa e sono stati causa del danno erariale derivato al Comune”.

Anche perché “la conoscenza e l’osservanza dei principi fondamentali dell’azione amministrativa è un livello minimo di diligenza esigibile dal funzionario amministrativo nell’adempimento dei doveri del suo ufficio, specie quando si tratta del responsabile del procedimento”.

La condanna trova fondamento nel fatto che i comportamenti del convenuto RUP risultano “caratterizzati da una diligenza marcatamente inferiore rispetto a quella richiesta al “funzionario medio” e gli errori commessi, sono connotabili in termini di speciale gravità ed “inescusabilità”, per cui devono essere qualificati gravemente colposi in quanto connotati da rilevante grado di imperizia e di prevedibilità dell’evento dannoso derivatone, oltre che da grave e plurima violazione della legge”.

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Dott. Stefano Usai
Vice segretario del Comune di Terralba (Or)
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