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Mio padre che racconta cosa accadde ai miei nonni quando arrivò la guerra. Quante volte ho ascoltato questa storia? Impossibile portare il conteggio. Tante. Storie di guerra e di vita contadina. Di quando la prima auto transitò per la città e di quando smontarono il campanile del duomo e poi lo ricomposero. Le conosco a memoria. Ma ogni volta le ascolto con piacere. E’ la nostra storia. La mia. E quella dei miei figli. “Il professor Johnston – scriveva Michael Crichton – diceva spesso che se non sapevi la storia, non sapevi nulla. Eri una foglia che non sapeva di essere parte di un albero”. Conoscere la storia è importante, a partire da quella della propria famiglia. Perché è la nostra radice. Siamo in un certo modo perché i nostri genitori e i nostri nonni vissero determinate esperienze.

L’Italia e gli italiani sono in un certo modo perché la loro storia ha attraversato determinate fasi. La storia (date, nomi, luoghi) la impariamo sui libri. La possiamo anche toccare, guardare, rivivere, visitando monumenti, gallerie d’arte, palazzi antichi. E l’Italia è piena zeppa di siti archeologici, palazzi, chiese, musei. Un enorme libro. Un libro delicato. Da conservare con cura. Se le attenzioni non sono sufficienti rischiamo di perderne pagine importanti. Come si è rischiato con i crolli di Pompei. Eventi che hanno esportato in tutto il mondo l’immagine dell’inefficienza e della negligenza italiana. Ma siamo davvero così incapaci da non meritarci tanta bellezza? Lo si sarà insinuato. E’ certo. Altra certezza è che qualcosa, da quei crolli in poi, sta cambiando. Il cambiamento è iniziato con la costituzione del Grande Progetto Pompei per la conservazione, la manutenzione, il restauro. Un piano ispirato alla legalità, gestito secondo principi di trasparenza e buona amministrazione. Nell’atto costitutivo si parla di “monitoraggio dell’intero processo di realizzazione delle opere dall’analisi dei documenti di gara alla fase di esecuzione dei lavori dei soggetti che le realizzano; monitoraggio dei flussi finanziari connessi, nel rispetto del principio di tracciabilità […]. Verifica delle condizioni di sicurezza dei cantieri. Controllo del rispetto dei diritti dei lavoratori impiegati”.  

In questi ultimi due anni sono stati assegnati appalti per 76 interventi. 42 sono stati portati a termine. Nel 2017 saranno completati. La cifra complessiva dei lavori è di 40,7 milioni di euro. Tra le ultime inaugurazioni, la domus dei Mosaici Geometrici a metà novembre. Pompei sta tornando fruibile al pubblico grazie al lavoro di squadre di restauratori. Il restauro è un settore nel quale l’Italia deve investire e attirare l’interesse dei giovani. E’ un’opportunità lavorativa importante per un paese impegnato a tramandare la sua storia. Un’attività che richiede passione, capacità artistiche, responsabilità. Vincere una gara di restauro è diventare parte della storia sulla quale si va ad intervenire. Ogni intervento aggiunge qualcosa di diverso all’opera originale. Si diventa i prosecutori di chi l’ha realizzata. E’ come se l’arte non fosse definitiva. Ogni restauro è la proroga dell’atto creativo. E’ come se si lavorasse per la bottega che secoli fa ha prodotto quella scultura, quel dipinto, quell’edificio. Il restauratore tramanda la storia. Con un linguaggio moderno si deve raccontare l’antico. Con materiali nuovi si deve operare sul vecchio, migliorarne la qualità senza intaccare l’estetica, assicurarne un futuro senza tradire la storicità. Un equilibrio adottato anche dalle imprese che hanno chiuso l’appalto per realizzare l’itinerario facilitato di visita del sito archeologico di Pompei. Un percorso per disabili lungo 3 km che permette l’accesso alle domus più importanti. Il progetto “Pompei per Tutti” è stato inaugurato il 2 dicembre alla vigilia della “Giornata Internazionale delle persone con Disabilità”.   

L’esperienza del Grande Progetto Pompei è il racconto della possibile efficienza della gestione degli appalti pubblici. L’Italia non è solo corruzione e sprechi. Ci sono anche pagine positive che parlano della realizzazione opere pubbliche importanti. Anche questa è storia.  

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.