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Si scava. Si stendono cavi rosati tra marciapiedi e asfalto. La fibra arriva nelle città italiane per farci viaggiare sempre più veloci sul web. Ma lungo le stesse strisce d’asfalto, lungo gli stessi marciapiedi in cui viene trapiantato il futuro, c’è chi procede a rilento, superando mille ostacoli per spostarsi di poche decine di metri. La vita di chi deve muoversi con l’ausilio di una sedia a rotelle è una sfida continua tra rampe inesistenti o troppo ripide, marciapiedi e strade sconnesse, barriere architettoniche e inciviltà di chi parcheggia davanti agli scivoli.

La limitata accessibilità delle città italiane è confermata da un’indagine dell’ANMIL. Nessuna città capoluogo di provincia ha raggiunto il massimo dei voti su una scala da 1 a 10. Le città più virtuose, con il voto di 8, sono Cremona, Ferrara, Siracusa e Torino. Esiste una maggiore attenzione al Nord: solo 8 delle 57 città con voto sufficiente sono meridionali. Tra i rimandati nomi come Firenze, Genova, Lucca, Pisa.

Ci sono città che hanno accumulato decenni di disattenzioni. Un ritardo che sarà difficile recuperare in tempi stretti. Che richiede interventi straordinari, disagi per i cittadini (da sopportare senza smorfie) e capitali molto più consistenti di quelli che sarebbero stati necessari se si fosse intervenuti nel momento giusto e si fosse poi proceduto con una manutenzione ordinaria.

Le Amministrazioni Comunali dovrebbero prendere coscienza delle difficoltà che impongono a questi concittadini. Ci sono situazioni da risolvere nei centri storici. Ma le stesse problematiche sono presenti nelle periferie.  Marciapiedi di nuova costruzione con barriere architettoniche sono la testimonianza del disinteresse di chi costruisce e della complicità di chi dovrebbe vigilare sulla corretta e completa esecuzione delle opere di urbanizzazione. 

Tra le insufficienze spicca quella di Roma. Si ferma a 4. Una città che ogni anno accoglie milioni di turisti, con una bassa ospitalità per i diversamente abili. Roma ha perso l’occasione di appaltare un restailing urbano, per rendere accessibile la città. La decisione di bloccare la candidatura della capitale alle Olimpiadi del 2024 ha conseguenze anche in questa ottica.

Organizzare le Olimpiadi significa occuparsi anche delle Paralimpiadi. La migliore occasione per investire in accessibilità. In vista dei grandi eventi il tema della mobilità è il più gettonato dopo la riqualificazione degli impianti sportivi. E Roma ne avrebbe potuto approfittare per coniugare mobilità con accessibilità. Perché su quest’ultimo aspetto ci sono situazioni che vanno sanate. Luce Tommasi sul sito dell’ANMIL, commentando i risultati dell’indagine, ha citato il giornalista di Rainews 24 Pierluigi Mele: “A Roma non posso mai prendere una metro”. L’assenza di scale mobili le rende inaccessibili a chi è in sedia a rotelle. La mancanza di tali infrastrutture rende la metropolitana un mezzo di trasporto discriminante.

Le città sono discriminanti. Non garantiscono a tutti le stesse opportunità di mobilità, di incontri, di divertimento, di svago, di lavoro, di vita. Promuovono invece forme non riconosciute di Olimpiadi quotidiane tra slalom, rampicate, motocross, 110 metri ostacoli. Per Roma, che nel 1960 ospitò la prima edizione delle Paralimpiadi, l’appuntamento del 2024 avrebbe potuto azzerare il suo “handicap” di città poco accessibile. “Ospitare una Paralimpiade – afferma il Presidente del Comitato Paralimpico Italiano Luca Pancalli – non significa solo ospitare un grande evento sportivo, significa innescare un processo virtuoso, di nuova mobilità per i disabili, di infrastrutture ripensate per la minoranza non atletica della popolazione”. Una minoranza che deve compiere gesti straordinari per fare cose che i normodotati eseguono con naturalezza. Muoversi lungo i percorsi urbani ad esempio. E i disabili in realtà sono biabili perché devono essere doppiamente abili per ottenere gli stessi risultati degli abili. Ci vuole forza di volontà, ingegno, creatività per vivere da biabile in città che investono poco in lavori pubblici orientati alla migliore mobilità per tutti.

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.