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Il 28 aprile si è celebrata la Giornata Mondiale della Salute e della Sicurezza sul Lavoro. A pochi giorni di distanza dal primo maggio. Due date strettamente connesse. Lavoro e sicurezza del lavoratore devono procedere su una strada univoca ma nel 2015 l’INAIL ha registrato un aumento degli incidenti mortali del 16% rispetto all’anno precedente. 1172 vittime. Per la prima volta, dopo otto anni, il trend è stato negativo. Una piaga che probabilmente non potrà essere debellata definitivamente perché esistono pericoli imprevedibili, affidati al fato. Altri sono assolutamente evitabili. E’ su questi che bisogna intervenire,  facendo in modo che i lavoratori utilizzino i Dispositivi di Protezione Individuali adeguati e che gli ambienti di lavoro siano privi di fattori di rischio. Ma non basta, c’è bisogno anche di una cultura della sicurezza. Cosa che manca ai protagonisti di certe foto che circolano sul web: operai sospesi nel vuoto tenuti per i pantaloni dai colleghi, elettricisti che lavorano con i piedi nell’acqua. Situazioni al limite della credibilità, che sembrano costruite ad hoc per racimolare “like” sui social network. Purtroppo è la realtà. Il magazziniere in piedi sulle forche del carrello elevatore per raggiungere un pacco troppo in alto, lo hanno visto questi occhi all’interno del punto vendita di un noto marchio di bricolage. 

Bisogna rendere il lavoro sicuro e i lavoratori responsabili delle proprie azioni. Si deve operare su entrambi i fronti nel privato e nel pubblico. Occuparsi della sicurezza è un compito di ispirazione costituzionale. L’articolo 1 della Costituzione definisce l’Italia come “una Repubblica fondata sul lavoro”, l’articolo 32 dichiara che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’uomo”. La somma di questi due articoli potremmo definirla come “il diritto fondamentale dell’uomo alla sicurezza sul lavoro”.

L’importanza della sicurezza è sancita anche dall’ANAC. Dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti, siamo nella fase dell’elaborazione delle linee guida. Tra le prime norme attuative, pubblicate sul portale dell’ANAC per una consultazione online propedeutica all’approvazione definitiva, si parla di sicurezza sul lavoro affidando al Responsabile Unico del Procedimento un ruolo fondamentale occupandosi di “adottare gli atti di competenza […] in materia di salute e sicurezza durante l’esecuzione”.

Il RUP deve verificare l’utilizzo dei DPI adeguati e l’assenza di fattori di rischio negli ambienti di lavoro. Sono questi gli ambiti sui quali può vigilare. Un salto di qualità nel garantire la sicurezza si avrà quando si porrà attenzione anche sulla qualità del lavoro. Si deve tendere ad evitare lo sfinimento fisico e a promuovere un adeguato impiego di energie perché la stanchezza agisce sulla sicurezza. I lavoratori stanchi sono più esposti agli incidenti perché tendono a distrarsi e in situazione di rischio non hanno la lucidità per reagire al pericolo. Esistono tecnologie e formule di organizzazione del lavoro che possono migliorarne la qualità con riflessi positivi anche sulla vita sociale dell’individuo. “Una persona che lavora dovrebbe avere anche il tempo per ritemprarsi, stare con la famiglia, divertirsi, leggere, ascoltare musica, praticare sport. Quando un’attività non lascia spazio a uno svago salutare, a un riposo ristoratore, allora diventa schiavitù”, ha detto Papa Francesco. L’Italia all’art. 2 della Costituzione è una nazione che “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”. Non ammette la schiavitù. La sicurezza sul lavoro diventa “il diritto fondamentale dell’uomo al benessere fisico, psicologico e spirituale” L’art. 2 della Costituzione afferma che la Repubblica “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”. Non ammette la schiavitù. La sicurezza sul lavoro diventa “il diritto fondamentale dell’uomo al benessere fisico, psicologico e spirituale”..

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.