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( votes)In questo breve intervento di apertura della nostra rivista, in questo numero, vogliamo condividere il contenuto di un interessante articolo pubblicato agli inizi di ottobre sul giornale svizzero “Le Temps” a firma di Mehdi Atmani e riportato su Internazionale. Lo proponiamo come spunto di riflessione, di suggerimento alle Amministrazioni Pubbliche per un futuro che anche in Italia potrebbe non essere così lontano.
“La Danimarca non deve più essere conosciuta solo per il design dei suoi mobili, ma deve essere all’avanguardia del design informatico”. L’affermazione è dell’architetto danese Juul-Søorrensen che ha sposato l’idea che in una realtà, come la nostra, nella quale la tecnologia mette a disposizione quantità sempre più grandi di dati, bisogna trovare il modo per poter utilizzare queste informazioni a favore della collettività. Lo stesso architetto è a capo del progetto Data Viz che ha “lo scopo di innovare e creare nuovi servizi per migliorare la qualità della vita dei danesi”.
Esistono nelle nostre città potenziali strumenti che possono aiutare a rendere la vita urbana più efficiente. A Copenaghen, si legge nell’articolo de Le Temps, si starebbero cambiando e potenziando le funzionalità dei semafori: munendoli di rilevatori wifi saranno in grado di misurare il traffico e quindi di fornire cifre che potranno servire ad una migliore gestione dello stesso.
Ma in Danimarca si è già andati oltre queste applicazioni che potrebbero (risorse permettendo) essere già applicate anche dalle nostre PPAA. LA Digitaliseringsstyrelsen è un’agenzia del Ministero delle Finanze che dal primo gennaio 2013 ha il compito di rendere fruibili i dati che le Pubbliche Amministrazioni custodiscono nei loro server. Questi dati combinati con quelli in possesso del settore privato andrebbero ad alimentare un database che, secondo Catherine Lippert, responsabile dell’agenzia, permetterà di “fornire alle imprese risorse digitali su cui poter costruire e innovare” per favorire una maggiore crescita ed una maggiore occupazione. Si tratta di mettere a disposizione dati standardizzati che le imprese potrebbero utilizzare per conoscere le tendenze e le necessità dei cittadini-potenziali clienti per ideare nuovi beni e nuovi servizi.
Analizzando i contenuti di questo articolo, potremmo distinguere due aree di interesse per le nostre PPAA: efficienza da una parte, crescita e occupazione dall’altra.
Le PPAA attraverso i loro interventi con lavori, servizi e forniture, sono votate a far crescere la vivibilità dalle metropoli ai più piccoli centri di provincia. A Copenaghen saranno potenziati i semafori, ma non dimentichiamo che anche in Italia ci sono città sempre più orientate ad una gestione intelligente di strutture come i pali della luce che diventano ripetitori wireless, sistemi di sorveglianza e di monitoraggio ambientale e meteorologico. Per le PPAA investire in queste tecnologie significherebbe produrre una nuova tipologia di servizi sia verso l’esterno sia per uso interno. Il primo caso è quello del ripetitore wireless sui pali dell’illuminazione pubblica, il secondo quello di una migliore gestione del traffico attraverso i dati raccolti da un impianto semaforico. In ogni modo ad essere appagato è il contribuente. Le PPAA ci guadagnerebbero anche in termini di immagine e di percezione da parte del cittadino di Istituzioni attente.
Tutto questo andrebbe a soddisfare la seconda area di interesse che abbiamo individuato (crescita e occupazione) perché è chiaro che per poter realizzare l’innovazione si andrebbero a richiedere interventi da parte di aziende specializzate e di nuove professionalità.
“Provare per credere” recitava un vecchio spot. “Innovare per crescere” deve essere lo slogan che deve risuonare nei centri di decisione delle nostre PPAA.
Mediappalti torna a febbraio, dopo la pausa natalizia. Sotto l’albero mettiamoci un po’ più di innovazione. Buone Feste e buona lettura.