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È un segnale che il Governo non poteva non dare. Un messaggio di buona volontà a favore di chi lavora per le PPAA e per molto tempo si è visto negato il diritto al corrispettivo. 

Il 21 marzo il calendario ci ha portato in primavera. Una nuova stagione è arrivata anche per il settore degli appalti pubblici. Il Consiglio dei Ministri ha predisposto un piano per far fronte all’increscioso fenomeno dei ritardi nei pagamenti.

Il programma presentato dal premier Mario Monti e dal Ministro dell’Economia Vittorio Grilli per poter diventare operativo deve passare attraverso due fasi: deve essere approvato dal Parlamento e quindi tradotto in un decreto legge che stabilisca le modalità attraverso le quali le Amministrazioni Pubbliche pagheranno le imprese. Operazioni che saranno necessariamente rese esecutive dal prossimo Governo.

Ammonta a 40 miliardi di euro il debito che le PPAA hanno contratto con le stazioni appaltanti. Il Consiglio dei Ministri ha annunciato la decisione affermando che “sin dal suo insediamento, nel novembre 2011, il Governo ha individuato i ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione come una pratica inaccettabile per i corretti rapporti tra pubblica amministrazione e imprese e come un grave danno per le imprese già colpite dalla difficoltà di accedere al credito bancario nel contesto della crisi”. “Un segnale per ridare fiducia alle imprese che sono alla disperazione” – è stato il commento del Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi.

Rientrano nel progetto proposto dall’Esecutivo i debiti contratti dall’Amministrazione Centrale e dagli Enti del Servizio Sanitario Nazionale. Il flusso dei pagamenti sarà attivato in due momenti diversi, erogando 20 miliardi nella seconda metà del 2013 e altrettanti nel 2014.

L’azione del Governo è stata, in passato, limitata dalla necessità di rispettare il Patto di Stabilità e Crescita in virtù delle disposizioni dell’Unione Europea. Lo scenario è cambiato quando “il Consiglio europeo del 14 marzo 2013 ha riconosciuto la necessità di un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, che permetta di utilizzare gli spazi di flessibilità controllata per azioni di sostegno per rilanciare crescita e occupazione, pur nel rispetto della necessaria stabilità finanziaria” – riporta il comunicato stampa del Governo. Cinque giorni più tardi la Commissione Europea ha evidenziato l’improrogabile risoluzione chiarendo i termini operativi della nozione di flessibilità.

Il ritardo nei pagamenti è una piaga devastante per gli imprenditori che hanno rapporti con il Pubblico. Le PPAA non onorando la propria prestazione a conclusione del ciclo commerciale hanno costretto le imprese ad eseguire contrazioni forzate delle proprie attività, arrivando a licenziare dipendenti, arrivando in casi estremi a dichiarare fallimento. L’avvio di questa fase serve a ristabilire la legalità e il rispetto per il lavoro altrui. Incassare i crediti vantati nei confronti delle PPAA avrà anche un effetto positivo sull’economia complessiva del Paese e sul rapporto tra debito e prodotto interno lordo.

È auspicabile che si inneschi una reazione a catena che possa favorire l’occupazione e che possa migliorare la qualità delle opere. Con questo non si vuole mettere in dubbio l’efficienza delle prestazioni offerte in questi anni dai soggetti economici, ma lavorare con la consapevolezza di rischiare di non essere pagati nei tempi previsti riduce il livello di attenzione che si dedicano ad un’attività. Ci sembra fisiologico. È l’esperienza che tanti italiani vivono in questo momento sulla propria pelle. Dallo Stato, come garante della legalità e tutore del lavoro come principio fondamentale della Nazione enunciato al primo articolo della Costituzione, un segnale positivo era atteso. È arrivato.

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.