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( votes)La visibilità è oggi uno degli obiettivi principali di chi opera sul mercato. Qualsiasi azienda che aspira a vendere il prodotto oggetto della propria attività si affida a strategie di marketing che comprendono differenti forme di pubblicità. Tra queste si inserisce la “sponsorizzazione”. Un’azienda può associare il proprio marchio ad eventi culturali o sportivi, fornendo in cambio le attrezzature necessarie perché l’evento possa svolgersi. Tra le opportunità alle quali il privato può fare ricorso si deve annoverare anche quella di sponsorizzare Enti o Istituzioni Pubbliche.
L’argomento viene trattato da Mediappalti con l’articolo di Giangiuseppe Baj che sottopone ad analisi il D.L. n. 5 del 2012.
La sponsorizzazione è uno scambio che non si completa con il rapporto tra prestazione e pagamento ma che si esaudisce con un “corrispettivo, che può consistere in un finanziamento o nella fornitura di materiale o di altri beni, oppure in un risparmio di spesa” , scrive Baj. Detto questo si aggiunge che un rapporto che si instaura su questi termini non può prevaricare i principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità. Anche le sponsorizzazioni nella sfera del pubblico dovranno essere oggetto di gare perché lo sponsor ottiene comunque benefici che possono tradursi in termini economici nel momento in cui la visibilità ottenuta si traduce in maggiori vendite.
Esempio attuale che conferma tale procedura lo apprendiamo dall’avviso pubblico per la ricerca di sponsor reso noto da Expo 2015 Spa che, come si legge dalla pagina web di Assolombardia “cerca sponsor interessati ad abbinare il proprio marchio alle manifestazioni e/o agli eventi che avranno luogo nel corso del programma Expo Incontra”.
Che semplificare fosse una complicazione lo avevamo già intuito quando nel numero di giugno 2011 ci eravamo occupati del Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo n. 163 del 12 aprile 2006. Il gioco di parole riappare in questa edizione di Mediappalti con l’articolo di Francesca Petullà intitolato: “La semplificazione amministrativa, questa complicazione!!”
A rendere più intricato il settore degli appalti pubblici, si evidenzia nell’articolo, sono la Legge di Stabilità del 12 novembre 2011 e il Decreto Semplifica Italia del 9 febbraio 2012. La questione sollevata è relativa “alla possibilità di presentare certificati in gara e in fase di aggiudicazione da parte dell’impresa”.
Petullà rileva l’equivoco che può sorgere nell’utilizzo di verbi quali accertare e dichiarare. Così se, come evidenzia lei stessa, la Legge di Stabilità all’articolo 15 “rafforza una disposizione ben nota, quella secondo cui è possibile produrre dichiarazioni sostitutive di certificati e atti di notorietà” ma come solleva più avanti nell’articolo è necessario fare una distinzione tra ciò che può essere dichiarato e ciò che invece deve essere certificato. E la differenza è racchiusa nella natura degli status che devono essere forniti.
Dalle “complicate semplificazioni” di cui ci parla Francesca Petullà, ci spostiamo ad un articolo che troverete molto pratico. Si tratta di “La predisposizione della domanda di partecipazione alla gara, criticità e contenuti della modulistica” di cui si occupa Michela Deiana.
Il contributo sembra mantenere inalterato il filo conduttore dell’articolo di cui si parlava sopra perché va ad occuparsi della continua evoluzione che attiene il contesto normativo e giurisprudenziale “sia in relazione ai soggetti tenuti a rendere le dichiarazioni relative al possesso dei requisiti di ordine generale sia alle modalità di attestazione degli stessi”.
L’articolo oltre ad esporre contenuti di tipo teorico si completa riportando modelli delle dichiarazioni di cui argomenta.
Buona lettura.