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( votes)Archiviata la pausa estiva, Mediappalti torna con un numero ricco di interessanti spunti di riflessione. Estate: chiuso per ferie! Cosa non vera per i tanti cantieri disseminati lungo la nazione, sempre operativi. Ce ne accorgiamo viaggiando lungo la rete stradale e autostradale del Paese. Un esercito di uomini e ruspe sempre all’opera che talvolta non guardiamo di buon occhio perché rallentano i nostri spostamenti verso la meta delle vacanze o in direzione rientro, ma che simboleggiano la vitalità degli appalti pubblici.
Passiamo in rassegna un paio di titoli che troveremo in questa edizione.
Leggevo su una rivista di arte che “oggi, nel tempo della globalizzazione, ci accorgiamo che le differenze sono una ricchezza, un moltiplicatore di energie, di suggestioni, di risorse”. Mi è subito venuto in mente di accostare queste righe all’articolo di Fabio Salierno sui raggruppamenti temporanei di imprese. Le RTI si creano perché ogni piccola impresa conserva un margine esclusivo di specializzazione, una differenza che la distingue dalle altre. Un concetto che richiama a termini come competenza e affidabilità. Specializzarsi, lavorare giorno dopo giorno nello stesso ambito, non va letto solo nell’accezione negativa della ripetitività ma nel senso positivo dell’acquisizione di abilità ed esperienze uniche.
Quando un lavoro richiede diverse professionalità ben vengano le RTI.
Piccole e medie imprese, il pilastro del sistema imprenditoriale europeo, con le quali le Pubbliche Amministrazioni stringono rapporti perché tra le più presenti alle gare d’appalto. A loro favore si muove il legislatore nazionale ed europeo che tra i principi dello Small Business Act inserisce la creazione di un rapporto di reciprocità tra imprese e PPAA, e la semplificazione dei sistemi di partecipazione alle gare.
Salierno analizza l’aspetto delle modifiche soggettive dei raggruppamenti, esaminandone i casi di stampo volontario soggettivo e oggettivo. Le PPAA non devono rischiare che modifiche a RTI finiscano per portare all’esecuzione dei lavori soggetti differenti dagli aggiudicatari dell’appalto, venendo così meno la certezza di chi eseguirà i lavori. La giurisprudenza si è espressa a tutela delle PPAA.
Anche in questo numero non mancano riferimenti alle novità introdotte dal nuovo regolamento del codice degli appalti pubblici. Giuseppe Baj parla de “La programmazione dei lavori pubblici nel nuovo regolamento”.
Tema di attualità perché affronta la programmazione delle spese di una PA. I tagli agli Enti Pubblici impongono una gestione oculata delle risorse, che valuti con attenzione costi e benefici. Fondamentali sono i piani triennali per individuare in un arco temporale più ampio i lavori necessari.
Oggi nulla può essere improvvisato. Le opere pubbliche devono rientrare in un piano di sviluppo che non può prescindere dalla valutazione delle risorse economico-finanziarie di cui si dispone.
Nel nuovo regolamento Baj individua gli elementi reiterati dal precedente e quelli innovativi, penetrando nel sistema che determina le scelte degli Amministratori, per attivare una o l’altra opera. Viviamo un momento storico nel quale è fondamentale muoversi con grande cautela, prendendo coscienza dei propri mezzi per affrontare capitoli di spesa con la consapevolezza che le entrate stanno subendo costanti riduzioni.
La gestione dell’Ente Pubblico è sempre più vincolata a tali aspetti e solo la programmazione può garantire una scelta ottimale. Mai come in questi anni le PPAA dovranno essere amministrate come “il buon padre di famiglia” che spende e investe senza perdere di vista le possibilità economiche di cui periodicamente può godere per non commettere passi azzardati, per continuare a promuovere opere pubbliche funzionali e vantaggiose per la collettività senza riversare in maniera eccessiva sulla stessa il peso del proprio costo.
Buon rientro e buona lettura.