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( votes)15 giugno 2011. Il presidente dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici Giuseppe Brienza presenta in Parlamento la Relazione annuale sull’attività del 2010.
Le parole del Presidente manifestano l’esigenza di un maggiore rispetto delle regole da parte di tutti: “L’attività svolta dall’Autorità ha evidenziato come il mercato dei contratti pubblici […] presenta ancora numerose criticità, consistenti principalmente in uno scarso livello concorrenziale, un’eccessiva litigiosità dei soggetti coinvolti, una sproporzionata durata dell’esecuzione dei contratti, nonché un frequente ed immotivato ricorso a varianti che provocano un sensibile aumento dei costi contrattuali”.
Tra le riflessioni suggerite dal numero uno dell’AVCP, di rilievo l’aspetto dei bassi livelli di professionalizzazione delle PPAA. “Le stazioni appaltanti – rileva Brienza – mostrano una scarsa capacità di gestione degli appalti pubblici che spesso porta ad un prolungamento dei tempi di realizzazione dei lavori nonché ad inasprire il livello di contenzioso […]”. Questa situazione denota, per l’AVCP, “la necessità di introdurre nel mercato sistemi di qualificazione per le stazioni appaltanti”.
Ma le PPAA non sono le sole a necessitare di una riorganizzazione gestionale. Anche gli operatori economici vanno “educati” ad una gestione più corretta delle loro attività nei confronti delle stazioni appaltanti. La scarsa qualificazione la si registra anche tra molte delle 50 mila imprese che lavorano nel settore. Si pensa a meccanismi per incentivare un miglioramento complessivo. Brienza immagina “sistemi premianti per le imprese che hanno comportamenti virtuosi verso la PA”.
Sul fronte Codice, Brienza annota che, nel 2010, 5000 imprese non lo hanno rispettato e ammette le difficoltà connesse a quell’insieme di leggi e regolamenti spesso troppo complicati da mettere e far mettere in pratica.
Come abbiamo già commentato sul numero di giugno di Mediappalti, il Codice degli Appalti approvato nel 2006 è stato concepito con l’handicap di non essere di facile lettura, rinviando ad un Regolamento il ruolo chiarificatore. Regolamento che arriva dopo un quinquennio senza assolvere del tutto alla sua funzione esemplificativa. Brienza, nella sua relazione, ammette questo gap quando scrive che “la disciplina degli appalti pubblici, considerata la grande quantità di disposizioni normative attualmente vigenti, necessita sempre più di interventi legislativi semplificativi”.
Dalle ambiguità della norma e dalla sua necessità di passare per vari strati di interpretazioni ad una certezza concreta: la costante crescita del volume d’affari degli appalti pubblici, quantificato, per il 2010, in 111 miliardi di euro. 1 milione e mezzo le persone, a vario titolo, impiegate nel settore. Una macchina dalle dimensioni impressionanti che necessita di essere sempre oleata per funzionare con precisione e affidabilità, che deve essere snellita nelle procedure senza perdere di vista l’efficienza e la correttezza. In un momento storico attraversato dalle incognite dell’economia globale ”l’Autorità è pienamente consapevole della delicatezza e della fragilità del contesto nel quale si trova ad operare […]. Tutti – scrive il Presidente – saremo chiamati ad uno sforzo supplementare di comprensione ed a fornire secondo il proprio ambito di responsabilità e competenza, risposte innovative per garantire la tenuta del sistema economico e sociale che, con grande fatica, ci siamo fin qui garantiti”.
Ed ora un po’ di spazio per introdurre questo numero di Mediappalti. Gli articoli di apertura si soffermano ancora una volta sul Nuovo Regolamento. Ne parla Giuseppe Baj scrivendo dell’esecuzione dei lavori secondo le più recenti disposizioni, fa altrettanto Clara Gravina di Ramacca che ripercorre quella necessità “di maggiore specializzazione nell’esecuzione dei lavori” richiamata da Brienza. Una conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che è questa la strada da intraprendere per migliorare il settore.
Mediappalti torna a settembre. Buona lettura e buone vacanze.