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( votes)Il 03.03.2010 la Commissione europea ha presentato la strategia Europa 2020 per uscire dalla crisi e preparare l’economia dell’UE ad affrontare le sfide del prossimo decennio. La Commissione individua tre motori di crescita, da mettere in atto mediante azioni concrete a livello europeo e nazionale: crescita intelligente (promuovendo la conoscenza, l’innovazione, l’istruzione e la società digitale), crescita sostenibile (rendendo la nostra produzione più efficiente sotto il profilo dell’uso delle risorse, rilanciando nel contempo la nostra competitività) e crescita inclusiva (incentivando la partecipazione al mercato del lavoro, l’acquisizione di competenze e la lotta alla povertà). Questa battaglia per la crescita e l’occupazione richiede un coinvolgimento al massimo livello politico e la mobilitazione di tutte le parti interessate in Europa. La strategia Europa 2020 propone cinque obiettivi che l’UE dovrebbe raggiungere entro il 2020 e in base ai quali saranno valutati i progressi compiuti.
In quest’ottica il “LIBRO VERDE sulla modernizzazione della politica dell’UE in materia di appalti pubblici Per una maggiore efficienza del mercato europeo degli appalti” pubblicato a gennaio 2011, ha dato inizio alle consultazioni su un argomento che costituisce un motore trainante per la realizzazione degli obbiettivi della suddetta strategia;
Molti attori del sistema degli appalti, hanno espresso l’esigenza di una revisione del sistema UE degli appalti pubblici per accrescerne l’efficienza e l’efficacia.
Nell’atto per il mercato unico la Commissione ha pertanto annunciato l’intenzione di avviare ampie consultazioni per presentare entro l’inizio del 2012 proposte legislative destinate a semplificare e aggiornare la normativa europea sugli appalti pubblici per rendere più flessibile la procedura di aggiudicazione degli appalti pubblici e permettere un uso migliore degli appalti pubblici a sostegno di altre politiche. L’attuale generazione di direttive sugli appalti pubblici, ossia le direttive 2004/17/CE4 e 2004/18/CE5, rappresenta l’ultima fase di una lunga evoluzione iniziata nel 1971 con l’approvazione della direttiva 71/305/CEE6. Mediante procedure trasparenti e non discriminatorie, queste direttive mirano soprattutto ad assicurare che gli operatori economici possano beneficiare appieno delle libertà fondamentali nel campo degli appalti pubblici. Le direttive vigenti citano inoltre una serie di obiettivi concernenti l’integrazione di altre politiche in tale contesto, quali la tutela dell’ambiente e gli standard sociali oppure la lotta contro la corruzione.
Per procedere alla modernizzazione delle procedure in oggetto, occorre conseguire diversi obiettivi complementari.
Il primo obiettivo è volto a generare una maggiore efficienza della spesa pubblica, creando condizioni di forte concorrenza per gli appalti pubblici aggiudicati nel mercato interno. Un altro obiettivo complementare è far sì che i committenti facciano un miglior uso degli appalti pubblici a sostegno di obiettivi sociali comuni: fra questi la tutela dell’ambiente, una maggiore efficienza energetica e sotto il profilo delle risorse, la lotta contro i cambiamenti climatici, la promozione dell’innovazione e dell’inclusione sociale e infine la garanzia delle migliori condizioni possibili per la fornitura di servizi pubblici di elevata qualità. Si potrebbe anche considerare la possibilità di sviluppare ulteriormente il diritto UE degli appalti pubblici per tener conto di questioni importanti che finora non sono state trattate in maniera adeguata, come la necessità di prevenire e combattere la corruzione e i favoritismi e il modo per migliorare l’accesso delle imprese europee ai mercati dei paesi terzi.
Il riesame del quadro legislativo sarà un’occasione per considerare l’opportunità di perfezionare alcuni concetti e nozioni fondamentali per garantire una maggiore certezza giuridica alle amministrazioni aggiudicatrici e alle imprese. In tale contesto, il riesame potrebbe offrire l’opportunità di accrescere la convergenza tra l’applicazione delle norme UE in materia di appalti pubblici e l’applicazione delle norme UE in materia di aiuti di Stato.
In definitiva la Commissione intende presentare una proposta legislativa volta a garantire una maggiore certezza del diritto alle autorità regionali e locali e agli operatori economici di tutt’Europa, nonché a favorire lo sviluppo di partenariati pubblico-privato.
Il “LIBRO VERDE sulla modernizzazione della politica dell’UE in materia di appalti pubblici Per una maggiore efficienza del mercato europeo degli appalti” propone degli spunti di riflessione, sui quali incardinare le consultazioni sulle future modifiche alle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE (in Italia attuate dal Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”);
Il Libro verde oggetto d’esame schematizza l’analisi della normativa fornendo una serie di aspetti su cui riflettere e magari proporre eventuali cambiamenti; in dettaglio alcuni di questi aspetti riguardano: la Modernizzazione delle procedure; l’adozione di Strumenti specifici per amministrazioni aggiudicatrici più piccole (Un quadro procedurale più leggero per le amministrazioni aggiudicatrici locali e regionali per l’aggiudicazione di appalti di valore superiore alle soglie previste dalle direttive – Maggiore certezza giuridica per gli appalti di valore inferiore alle soglie previste dalle direttive); la Cooperazione pubblico-pubblico (definendo se, e in che misura, le norme sugli appalti pubblici debbano applicarsi agli appalti conclusi tra amministrazioni pubbliche.) Strumenti adeguati per l’aggregazione della domanda e gli appalti comuni; Affrontare i problemi relativi all’esecuzione dell’appalto(Alcuni problemi che si verificano durante la fase di esecuzione dell’appalto possono tuttavia avere gravi conseguenze in relazione alla non discriminazione degli offerenti e in relazione alla solidità degli acquisti pubblici in generale. Si tratta di decidere se le norme UE debbano fornire strumenti normativi più specifici per affrontare questi problemi in modo più efficace.) Definizione di un mercato europeo degli appalti più accessibile,ciò riguarda soprattutto la possibilità di favorire l’accesso delle PMI e di aumentare la competitività dei mercati degli appalti in generale. Migliorare l’accesso delle PMI e delle imprese in fase di avviamento (start-up)(Si deve però prestare particolare attenzione alla questione dell’accesso delle piccole e medie imprese (PMI) a questi mercati. Le PMI vengono considerate la spina dorsale dell’economia dell’UE, e presentano grandi potenzialità di creazione di posti di lavoro, di crescita e di innovazione)
La Garanzia di una concorrenza equa ed effettiva (potrebbe essere difficile da raggiungere applicando semplicemente le norme procedurali previste dalle vigenti direttive. Questo vale in modo particolare nei casi in cui il valore dell’appalto sia particolarmente elevato e per i settori nei quali le amministrazioni pubbliche siano i principali clienti e la domanda privata non sia sufficiente a compensare l’impatto degli acquisti delle amministrazioni pubbliche sul mercato. Ad esempio, le amministrazioni aggiudicatrici dovrebbero evitare di bandire appalti che possano essere eseguiti soltanto da uno o pochi operatori di mercato, perché non si farebbe che consolidare le strutture oligopolistiche rendendo quasi impossibili nuovi accessi al mercato. Nel peggiore dei casi, l’amministrazione aggiudicatrice si ritroverebbe con un fornitore dominante che potrebbe dettare le condizioni e i prezzi dell’appalto. Uso strategico degli appalti pubblici in risposta alle nuove sfide: Le amministrazioni pubbliche possono offrire un importante contributo alla realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020, sfruttando il proprio potere di acquisto per appaltare beni e servizi a maggiore valenza “sociale” per favorire l’innovazione, rispettare l’ambiente e lottare contro i cambiamenti climatici, riducendo il consumo energetico, aumentando l’occupazione, migliorando la salute pubblica e le condizioni sociali, e promuovendo l’uguaglianza e l’inclusione dei gruppi svantaggiati. La sensibile domanda di beni e servizi “più verdi”, a basse emissioni di carbonio, più innovativi e socialmente responsabili potrà anche orientare la produzione e le tendenze di consumo negli anni a venire.
In conclusione, la revisione della normativa si pone l’obiettivo di far riflettere ogni stazione appaltante, nella predisposizione di un affidamento, su “Come e cosa acquistare” per realizzare e sostenere gli obiettivi della strategia Europa 2020;
I benefici derivanti dai cambiamenti legislativi saranno percepiti da: i governi, le amministrazioni locali e gli enti pubblici che devono rispettare le norme UE quando organizzano le gare di appalto e aggiudicano i contratti; le imprese che presentano offerte nelle gare di appalto; tutte le persone interessate al risultato degli appalti pubblici (gruppi di pressione, ONLUS e altre ONG, contribuenti, cittadini in generale).
Un’occasione per vivere lo spirito democratico dell’Unione Europea di confronto e di dialogo con le istituzioni comunitarie, perle parti interessate a trasmettere contributi; Il termine per la trasmissione è il 18 aprile 2011, preferibilmente in formato Word, tramite posta elettronica all’indirizzo:
MARKT-CONSULT-PP-REFORM@ec.europa.eu.
I risultati di questo riesame e della
consultazione saranno discussi in una conferenza sulla riforma degli appalti
pubblici, programmata per il 30 giugno 2011 a Bruxelles. Le
future proposte legislative terranno conto di tutte queste discussioni.